Cante Ballo

E’ bal d’la viniziena

Si tratta di una vecchia danza popolare, chiamata “La Vinizièna” intonata sopra un motivo di canzone a ballo di probabile origine dalle Alpi venete. Ballo cantato assai diffuso in tutta l’Italia settentrionale e persino nella Toscana e nel Lazio. La versione romagnola, pur conservando lo spunto ed il ritmo caratteristici della canzone a ballo, comuni a tutte le varianti, ha un’impronta particolare e inconfondibile perché eseguita su testi e motivi popolari autentici raccolti dalla viva voce del popolo.

E’ triscoun

Il trescone è un ballo vivace e frenetico di antichissima origine che veniva accompagnato anche dal canto. Appartiene al così detto genere del “cantare alla boara” perché veniva cantato soprattutto dai “boari”, cioè quelle persone che conducevano i buoi e tenevano in ordine la stalla. Si ballava nelle feste di campagna, ma soprattutto nelle riunioni serali fra amici nel periodo invernale (in Romagna chiamati “trebbi”) fino al crepuscolo dell’alba.

Danze tradizionali della campagna

Bergamasco

Ballo molto frequente nella provincia di Bologna, la cui origine risalirebbe ai secoli XVI e XVII. Prende il nome dalla città di Bergamo, da cui deriva, e dal titolo di una canzone che veniva cantata nell’Appennino tosco-emiliano. Il tema del Bergamasco è presente anche in numerose opere di musicisti, fra cui Girolamo Frescobaldi (1609). Nella provincia di Bologna sono state raccolte testimonianze nelle valli del Savena e del Reno, dove i lavoratori bergamaschi scendevano per lavorare, insegnando le proprie tradizioni alla gente del posto.

Galletta

Il corteggiamento delle galline da parte del gallo ha ispirato le vivaci figure di questo ballo agreste, simpatico e vivace nelle movenze. C’è chi sostiene che il nome è legato in qualche modo all’allevamento del baco da seta, che in Romagna era chiamato più comunemente “galeta”, termine che deriva dalla voce italiana “galletta” che significa appunto bozzolo.

Galoppa

I balli contadini sono spesso ispirati a quanto avveniva accanto a casa, nella quotidianità: l’incedere elegante di un cavallo lasciato libero per la campagna è infatti il modello dei passi e delle figure di questa “galoppa imolese” che è sicuramente fra i balli popolari più spettacolari della nostra tradizione.

Monferrina

E’ la versione, entrata nella tradizione contadina romagnola, del compassato ballo del Monferrato, come venne rielaborato e vivacizzato, pur conservando l’impianto originario, dai nostri antenati che, ciò malgrado, ne rimarcavano la monotonia del ripetersi della melodia, tanto da definire “manfréna” un discorso prolisso o una lamentela troppo prolungata.

Roncastella

Danza di competizione tra giovani che interpretano i passi elementari a piacere, ciascuno cercando di figurare meglio dei compagni agli occhi delle ballerine. E’ un allegro, continuo rincorrersi delle coppie in figure semplici, ritmate da una musica allegra che si ripete a piacere, fino a quando anche l’ultimo ballerino abbia avuto la possibilità di “farsi notare” con salti e giravolte attorno alla danzerina che lo accompagna e che, più compassata, rotea al suo fianco.

Saltarello Imolese

E’ un ballo presente in tutta l’Italia centro-meridionale e la sua origine è molto lontana nel tempo; alcuni lo fanno risalire addirittura al XIV secolo. Si può dire che il “saltarello” appartiene al vasto filone delle danze di corteggiamento. Il saltarello imolese si differenzia comunque per una sua particolare movenza, meglio conosciuta col nome di “mossetta”. Inizia con un ritmo misurato che si trasforma in un movimento sempre più vivace.

Vinchia

Si esegue in cerchio con lo scambio continuo della ballerina; danza della tradizione folclorica che si perdenella memoria popolare, assai briosa e di facile esecuzione.

Danze dell'Appennino Emiliano Romagnolo

Ballo dei gobbi

E’ per soli uomini. Ballano curvi e, dondolando, si fermano all’improvviso per fare smorfie, gesti e boccacce.
Ha figurazioni divertenti di esplicito riferimento sessuale.

Galoppa di Val d'Idice

Si balla ancora nelle feste dei paesi montanari del nostro Appennino e specialmente nel bolognese. Il ballo termina con la tresca, eseguita da due sole coppie.

Giga

Con passi non molto aggraziati e figurazioni elementari, i contadini volevano imitare i compassati rituali delle danze di corte.

Morettina

Danza tradizionale presentata in forma originaria, senza coreografia, come si è conservata fino ad oggi in alcune località montanare fra Imola e Bologna. Danza collettiva, in cerchio, che chiudeva le fasi salienti del lavoro dei campi quali la mietitura e la vendemmia, e vedeva il passaggio di ogni ballerino alla ballerina successiva al ripetersi di ogni frase musicale. La “tresca” finale consentiva alle coppie più consolidate di esibirsi di fronte a tutti i presenti.

Saltarello Romagnolo

Ballo la cui origine viene fatta risalire, da alcuni, all’epoca romana e sarebbe documentato da Orazio nel I° sec. a.C.; si fa in sei, due uomini e una donna nel mezzo da una parte, e due donne e un uomo nel mezzo dall’altra. E’ conosciuto nella sola Romagna ed appennino bolognese fino alla valle del Reno. Il Saltarello ha subito profonde modifiche che lo hanno reso sostanzialmente diverso di zona in zona.

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